mercoledì 2 gennaio 2013

02/01/13 - Fila : 15 anni di menzogne... il 2013 sarà l’ultimo ?

Per scrivere una storia dello Stadio Filadelfia già solo dalla demolizione – avvenuta il 18 Luglio 1997 – fino ai giorni nostri, sarebbe necessario un libro di centinaia di pagine. Un lungo romanzo dove capitali, politica, poteri forti, magistratura, architetti e costruttori si intrecciano in un fil-rouge di continui rimandi, ritardi, promesse non mantenute e intoppi di ogni genere.
 Ben più breve è il racconto sulla concessione ad un’altra squadra di Torino – ad un prezzo che definire simbolico è eufemistico – di un’area di circa 700.000 mq al confine con Venaria: in quella brevissima “novella” si mobilitarono – nel giro di poche settimane – Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale in un tour de force di bandi, pseudo-perizie assolutamente pro-forma e relative delibere a tempo di record.

Tornando però al Fila, ci soffermeremo qui sugli avvenimenti raccontati dai giornali nelle ultime settimane, al fine di darne una corretta lettura, ricordando quali fossero i presupposti e le promesse da cui si partiva.

Regione Piemonte.
 È notizia di questi giorni l’approvazione di un emendamento al bilancio che rende la Regione garante della concessione, nonché dei pagamenti, delle rate di un mutuo – pari a 3,5 milioni di euro – destinato alla ricostruzione del Fila; mutuo che dovrà essere richiesto dalla Fondazione Stadio Filadelfia costituitasi il 28 marzo del 2010; fondazione però, ad oggi, non ancora riconosciuta giuridicamente a causa dei soliti intoppi burocratici cui accennavamo all’inizio.

Sembrerebbe una buona notizia ovviamente…. Le promesse da parte della Regione erano però ben diverse.
 Gianluca Vignale a fine dicembre 2010 diffondeva il seguente comunicato:

Il Bilancio regionale, infatti, in via d’approvazione, contiene al suo interno tre milioni di €uro (un milione di €uro l’anno) destinati alla Fondazione, ai quali, grazie all’intervento del Presidente Cota e degli assessori Coppola (Cultura) e Cirio (Sport), saranno garantiti altri 3 milioni di €uro da parte delle Fondazioni bancarie.

Quindi, secondo le promesse, i milioni globalmente garantiti dalla Regione erano SEI spalmati fra il bilancio 2011 e quello 2013.

Comune di Torino
 Tralasciando il fatto che ai tempi dell’Assessore Renato Montabone i milioni promessi dal Comune per la ricostruzione del Fila erano SETTE (CittAgorà, periodico del Consiglio Comunale, del 3/10/2006 : “Per la costruzione del Filadelfia la Città di Torino ha proposto nel Bilancio 7 milioni di euro derivanti dai crediti con la vecchia società del Torino Calcio, quindi senza indebitamento per il Comune”), la cifra è stata prontamente dimezzata e confermata a 3,5 milioni di euro con delibera risalente al 2008.
 Giova ricordare che NON si tratta di soldi pubblici sottratti ad altre necessità dalle disastrate casse comunali, bensì di somme già da tempo introitate dal Comune e destinate, da varie delibere, alla ricostruzione. Cifre derivanti dagli oneri di urbanizzazione dovuti per la costruzione del Bennet di Via Giordano Bruno e dei palazzi, previsti questi – ai tempi – sul campetto dove si allenava la Primavera e, successivamente, planati in altre aree, ma i cui diritti edificatori derivavano dall’area del Fila.
 Più e più volte Fassino e l’Assessore Gallo hanno confermato e riconfermato il conferimento alla Fondazione Filadelfia della somma, divisa in tre tranche a partire dal 2012, anno in cui doveva essere versato il primo milione.
 Ma il 2012 è finito….

Urbano Cairo
 Tuttosport del 24 Maggio 2008, dedicava un paginone al “giuramento solenne” di Cairo a don Aldo Rabino :“ Caro don Aldo, a patto che restiamo in A, mi impegno a mettere la stessa cifra che stanzierà il Comune. Tre milioni e mezzo? D’accordo. Metterò TRE MILIONI E MEZZO. Non sto scherzando” (Il Torino restò in A)
 Ora, notizia apparsa il 6 novembre scorso, in pompa magna su tutti i media cittadini, la cifra messa a disposizione è meno di un terzo di quella garantita, addirittura solennemente giurata, nel 2008.
 Si parla, perché ancora solo di parole si tratta, di 1 milione di Euro, da conferire attraverso la costituenda Fondazione intitolata alla mamma, Maria Giulia Castelli Cairo. Fondazione che non è ancora costituita, che magari dovrà anche essere riconosciuta e che poi implicherà l’attesa di tutti i necessari passaggi previsti dalla legge al fine di rispettare le norme di successione, ecc. ecc.

Eppure, i solerti giornalisti torinesi, paiono praticamente tutti affetti da amnesia collettiva: non una parola, non una domanda, né a Comune, né a Regione, né a Cairo. Solo rassicurazioni di fattibilità, di bandi ai blocchi di partenza, di cronoprogrammi, di inizio ed addirittura di termine lavori, già fissato per il 2015.
 Al momento, di concreto c’è l’approvazione di una legge regionale che la impegna al pagamento di un mutuo – se mai questo mutuo sarà richiesto – e, in ogni caso, si sente solo parlare di contenimento dei costi, di un progetto di ricostruzione minimale, di una tribuna e 4 file di gradoni… A noi pare assai poco dopo 15 anni di attesa.
 E ci pare inoltre che alla lunga, lunghissima fila di personaggi che si sono solo riempiti la bocca – nonché le tasche in alcuni casi – con il Filadelfia ce ne sia da aggiungere uno a pieno titolo, e cioè colui che dovrebbe avere la ricostruzione del Fila come obbiettivo primario, in quanto presidente della società che porta il nome di quella squadra leggendaria che su quel campo fece la storia del calcio nel dopoguerra.

http://www.forzatoro.net/Portale/fila-15-anni-di-menzogne-il-2013-sara-lultimo/

 Il nuovo portale Forzatoro dedicherà particolare attenzione al Fila...

 



 
 

martedì 1 gennaio 2013

31/12/12 - Don Aldo Rabino: "Il Fila il regalo più bello"

"Toro, l'unione fa la forza. Il mio augurio? La crescita!"
 
Esclusiva / Don Aldo e gli auguri a tutti i tifosi del Toro: "Il Fila il regalo più bello"
 
di Valentino Della Casa – Fra poche ore si cambia. Fra poche ore terminerà un 2012 faticoso, difficile, ma “granatisticamente” (se permettete il neologismo) molto soddisfacente. Un percorso di crescita cominciato? Forse, ma sbilanciarsi non è mai troppo. Per l'ultima intervista dell'anno, il neonato giornale di Toro.it ha intervistato don Aldo Rabino, che di presentazioni proprio non ha bisogno. Anche attraverso le sue parole, tutta la redazione augura ai lettori, ai tifosi del Toro, un 2013 ricco di soddisfazioni.
 
  Don Aldo, ci siamo. Fra poco comincerà l'anno nuovo: quale augurio, per il Toro?
 Sarò molto breve e conciso: per il Toro, il nostro Toro, spero nella salvezza. Ma non solo, mi auguro che si possa trovare finalmente quella quadratura non solo dal punto di vista fisico e atletico, ma anche morale, spirituale. Perché, come dico sempre, il calcio...
 
  … “è la metafora della vita”. Ci perdoni se abbiamo continuato la frase. Ma la quadratura dal punto di vista morale come si raggiunge?
 Con un solo, semplice, quanto importantissimo concetto: l'unità di intenti. Viviamo in un mondo pieno di divisioni: in politica, in economia, nella stessa vita quotidiana. Io credo che oggi più che mai sia necessario remare tutti nella stessa direzione, darci conforto l'un l'altro, aiutarci. E in fin dei conti, uno spogliatoio non ha forse questa funzione? Se le squadre sono divise, falliscono; se sono unite, invece...
 
  E come si può ritrovare questa unità di intenti?
 Faccio una piccola digressione: se guardiamo alla storia di questo Paese, ci accorgiamo che un grandissimo momento di unità è stato visto nell'immediato Dopoguerra. Lì, sì, c'era veramente tanta unità. Poi, forse, ci siamo un po' troppo adagiati, forse siamo stati un po' troppo bene. E subito si sono create divisioni e incomprensioni. Anche il Toro deve capire che, se c'è un obiettivo comune, allora le discussioni si superano senza troppi problemi. Basta sentirsi tutti parte dello stesso progetto, tutti nel tentativo di perseguire il medesimo scopo. La forza del Toro deve essere, permettetemi la parola, la “forza dei poveri”, cioè proprio la capacità di stare insieme. E di saper dare il massimo. La squadra deve poter dire, ogni volta che esce dal campo: “Abbiamo fatto di tutto”. Se poi non ci si riesce sempre, pazienza, ma è l'atteggiamento quello che veramente conta. Ne sono fermamente convinto: l'unione fa la forza. Mi auguro proprio che quest'anno fortifichi il gruppo, lo cementi sempre di più, con la speranza che ciò che ha creato problemi in passato, ora non lo faccia più. In fin dei conti, quando c'è una crisi di risultati, raramente è per limiti soltanto tecnici: spesso sono le tensioni tra giocatore e giocatore a fare la differenza in negativo.
 
  E forse uno dei segni più grandi di unità, nel Toro, potrebbe essere il Filadelfia. Quel Filadelfia che i tifosi si aspettano come regalo per il 2013.
 Mi associo e condivido in pieno. Il Fila va proprio in questa direzione. Sono sempre stupito quando leggo che il tifoso del Toro guardi troppo indietro, troppo verso l'antico, il vecchio e il superato, troppo verso le cose da museo. Non è affatto così: come tutte le cose belle non possono essere descritte, così è anche il Fila. Se non hai vissuto il Filadelfia, non puoi capirlo. Era un qualcosa di stupendo. Faccio un esempio per assurdo: se ci dicessero di celebrare il 4 maggio non a Superga, ma alla Consolata, sarebbe diverso, no? Perché non ci sarebbe più quell'atmosfera che si può vivere solo a Superga. Ecco, lo stesso è il Filadelfia. Io da ragazzino ho dei ricordi bellissimi, ricordi che mi sono rimasti impressi di quello stadio. Ho avuto la fortuna di viverlo, il Fila, e non me lo dimenticherò mai. D'altra parte, e scusatemi il parallelismo, anche l'altra squadra di Torino ha capito che con uno stadio fatto su misura, si possono avere quasi garantiti 7 punti in più rispetto alle rivali, e tutti hanno paura a giocare lì. Da noi, inoltre, il Fila avrebbe anche un pubblico diverso. Sì, sarebbe il regalo più bello, ma sono come san Tommaso, se non vedo non credo. Troppe promesse fatte e mai mantenute, ma c'è una cosa che mi mantiene speranzoso.
 
  Cosa?
 Il fatto che il tifoso del Toro continui ad insistere, unito, affinché questo Fila si possa rifare. Lo dicevo prima, l'unione fa la forza. E speriamo che anche questa volta, dopo tanta fatica, il tifoso del Toro possa tornare a sorridere. È il mio augurio, quello sincero, che rivolgo a tutto l'ambiente granata. Spero che le soddisfazioni, nel 2013, siano davvero tante e per tutti.
 
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